Odg per la seduta n. 115 della commissione Affari Esteri, Emigrazione

SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


3a Commissione permanente
(AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE)


115ª seduta: martedì 22 giugno 2021, ore 15


ORDINE DEL GIORNO

SINDACATO ISPETTIVO

Interrogazione
interrogazione svolta


IN SEDE REFERENTE

Seguito dell'esame del disegno di legge:
FERRARA. - Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017 - Relatore alla Commissione PETROCELLI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
Seguito e conclusione esame (2065)

INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

MALAN - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

Premesso che, ad opinione dell'interrogante:

il 27 maggio 2021 il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha discusso e approvato la risoluzione "Assicurare il rispetto della legge internazionali sui diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati, inclusa Gerusalemme Est, e in Israele";

il testo della risoluzione è unilateralmente volto a colpire Israele, dando per scontate gravi violazioni dei diritti umani e pertanto "decide di stabilire urgentemente una commissione di inchiesta permanente internazionale indipendente per investigare nei Territori Palestinesi Occupati, inclusa Gerusalemme Est e in tutto Israele, tutte le asserite violazioni delle leggi umanitarie internazionali e tutte le asserite violazioni e gli asseriti abusi delle leggi internazionali sui diritti umani (...) e tutte le cause alla radice delle ricorrenti tensioni, instabilità e del protrarsi dei conflitti, incluse le sistematiche discriminazioni e repressioni basate sull'identità nazionale, etnica razziale o religiosa";

la risoluzione si basa sul presupposto che tali violazioni sussistano e siano più gravi di quelle di ogni altro Paese, visto che non è in atto alcuna altra simile commissione d'inchiesta in tutto il pianeta; essa richiede altresì che la commissione raccolga "sistematicamente le prove di tali violazioni, abusi e crimini", in modo che possano essere usate nei procedimenti legali, che individui i responsabili, e si spinge addirittura a chiedere all'istituenda commissione di lavorare a misure "che pongano fine all'impunità", anticipando esplicitamente gli esiti dell'inchiesta; il documento chiama tutti gli Stati membri, gli organi e le agenzie delle Nazioni Unite a collaborare con la commissione;

oltre a ciò, la risoluzione richiede agli Stati di non trasferire armi ove sussista il pericolo che esse vengano usate in violazione delle leggi umanitarie internazionali; contemporaneamente chiede a tutti gli Stati, agenzie e donatori di mobilitare il supporto umanitario alla popolazione civile palestinese, quando ben si sa che molto spesso questi aiuti vanno a organizzazioni parallele a quelle terroristiche alimentandone l'attività, o finiscono nei conti bancari di capi terroristi o a sostenere propaganda di odio anche e soprattutto rivolta ai bambini;

in sostanza, la risoluzione votata il 27 maggio è un'aperta dichiarazione di ostilità contro Israele, che chiama Stati e strutture delle Nazioni Unite ad una sorta di alleanza contro lo Stato ebraico, per di più formulata a pochi giorni dal lancio di migliaia di missili contro la popolazione israeliana da parte di Hamas, classificata come organizzazione terroristica anche dall'Unione europea, che nel suo statuto afferma la totale illegittimità dello Stato d'Israele, stabilisce la sua distruzione e l'assassinio di ogni ebreo come obiettivi, la jihad come mezzo e la morte per Allah come desiderio;

non c'è neppure un accenno nella risoluzione all'offensiva di Hamas che ha appena avuto luogo né agli innumerevoli atti di terrorismo di cui Israele è stato vittima;

hanno votato contro tale risoluzione, tra i membri dell'Unione europea, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, e il nostro alleato nella NATO il Regno Unito, oltre a Camerun, Malawi, isole Marshall e Uruguay; l'Italia si è invece astenuta, insieme a Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Polonia, parlando di Paesi UE e NATO; nessun Paese NATO o UE ha votato a favore;

dal 2015 il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha condannato la Russia 12 volte, la Siria 8 volte e gli USA 7 volte; nessuna condanna invece per i Paesi tra i principali violatori dei diritti umani come Cina e Venezuela, nessuna condanna anche per Pakistan, Libia, Turchia e Zimbabwe; ha invece condannato ben 112 volte Israele, dove vige la libertà di religione e di espressione, la parità fra i sessi, democrazia compiuta e nessuna discriminazione per orientamento sessuale; al 2020 il 73,9 per cento delle condanne ha riguardato Israele;

non si può ignorare dunque che questa ulteriore risoluzione è parte di una politica antisionista che va avanti da molti anni e non può essere ignorata;

precedenti interrogazioni, del 19 dicembre 2019 e del 18 novembre 2020, su voti alle Nazioni Unite riguardanti Israele non hanno ottenuto risposta, in violazione del Regolamento del Senato,

si chiede di sapere:

per quale ragione l'Italia, di fronte a una risoluzione che accusa unilateralmente l'unico Stato democratico del Medio Oriente e ne fa l'oggetto di un attacco totalmente squilibrato rispetto all'inazione nei confronti di Paesi dove la violazione dei diritti umani è conclamata, ne attacca la sovranità e che ignora totalmente il terrorismo di cui è oggetto, si sia limitata all'astensione, voto che ha dato il via libera a coloro l'hanno proposta;

se il Ministro in indirizzo non ritenga che tale voto incoraggi gli estremisti islamici che negano totalmente la legittimità dello Stato d'Israele, ivi inclusa Hamas, che proprio pochi giorni prima ha condotto un'offensiva terroristica di vasta scala contro Israele.


(3-02611)